Manufatti lapidei

Arco Miralfiore

Descrizione

L’Arco Miralfiore è stato realizzato in pietra arenaria gialla e laterizi nella seconda metà del sec XVI dagli architetti della corte roveresca Bartolomeo Genga e Filippo Terzi. In realtà i portali in origine erano due, appena «diseguali, ma entrambi con un unico fornice e un coronamento di doppia fila di “tre mete”, uno dei simboli dei Della Rovere».

La loro posizione ci è stata perfettamente rivelata da una delle quattro stampe a colori intitolate “Vedute pesaresi” scoperte da Leon Lorenzo Loreti e pubblicate nel 1992 nel suo libro “Nuova Storia di Pesaro”. Di questi due monumentali archi di trionfo è rimasto solo quello che insiste su Via Solferino, perfino separato dall’ombroso viale d’accesso alla Villa per favorire alla ex Montecatini l’arrivo delle merci dalla ferrovia.

A causa del sisma del 2016 che ne aveva compromesso la stabilità con conseguente caduta di porzioni di elementi decorativi dalla sommità, l’Arco Miralfiore è stato oggetto di un accurato restauro strutturale ed estetico, che ha consentito di riportare il manufatto al suo antico splendore.

Palazzo Ducale Urbino

Descrizione

Il manufatto, realizzato in pietra della “Cesana”, presentava le zone inferiori dei piedritti completamente degradate da fenomeni di esfoliazione e polverizzazione con conseguente rischio di collasso delle parti superiori.

A seguito di analisi e indagini, realizzate con l’ausilio dell’Università di Urbino Carlo Bo, Dipartimento Scienze Pure e Applicate, diagnosticato l’ormai irrecuperabile stato di degrado del materiale lapideo, si è provveduto all’opera di consolidamento strutturale e alla riproposizione degli elementi lapidei, seguendo le indicazioni progettuali della competente Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche di Ancona.

I conci sostitutivi, anch’essi in pietra della “Cesana”, sono stati lavorati a mano da un dipendente dell’impresa riproponendo la decorazione a foglia e la cornicetta a “nastro” ad imitazione dell’originale.

Chiesa di San Pietro in Valle

Descrizione

Il restauro delle pavimentazioni degli altari e del corredo lapideo delle Cappelle Uffreducci e Alavolini fa parte di un più ampio intervento che ha interessato la seicentesca Chiesa di San Pietro in Valle in base a un finanziamento concesso dalla Regione Marche.

Lo stato di conservazione della pavimentazione si presentava fortemente compromesso da dissesti, perdita di coesione e fratture.

Per quanto concerne gli altari e le zoccolature perimetrali, rivestiti di pregiatissimi marmi, presentavano distacchi, fratture e uno stato generale di fortissimo degrado.